Internet, Rassegna stampa

Il dialetto ai tempi di internet

Oggi è uscito un mio articolo sulla Nuova Venezia. Lo sottopongo alla vostra attenzione. Fatemi sapere che ne pensate.


Parlare di tradizione non significa delimitare un confine tra un passato nostalgico e un futuro incomprensibile, ma analizzare, tentando di scavalcare quel confine, la mutazione che è avvenuta nel presente setacciando ciò che di quel passato abbiamo scelto di portarci appresso.
Oggi che il mondo è diventato più veloce, più indaffarato e soprattutto comunicativamente più raggiungibile è fondamentale impossessarsi di una buona dose di consapevolezza della rapida e irreversibile trasformazione del nostro percorso.

E la lingua non fa eccezione: essa viaggia sulla superficie orizzontale di innesti inevitabili ed accoglie contaminazioni irrimediabili e necessarie senza mai pescare nel fondo alla ricerca della parola che meglio ne rappresenterebbe il contesto storico e linguistico.
La lingua dunque supera il confine e si plasma adattandosi al nostro modo di vivere.

E così anche il dialetto, che è la base della nostra tradizionale forma espressiva, non scompare ma si rafforza scegliendo nuove combinazioni terminologiche che ai puristi risulteranno non solo cacofoniche ma addirittura scandalose.
Ed eccone qualche esempio: vocaboli che non avrebbero linguisticamente nessun significato e senso logico vengono inseriti all’interno di una conversazione dialettale con estrema naturalezza: “go dà ‘na verta all’autluk (outlook)” accostando l’espressione idiomatica tipica, dar ‘na verta, che di solito si usa con l’accezione di avviare un motore, al termine inglese Outlook che indica un programma di posta che per funzionare deve essere avviato tramite l’accensione di un computer, oppure “ti ga internet ti?” E ammettendo pure che il termine “internet” sia ormai molto più fruibile del termine “rete” che tra l’altro potrebbe essere confuso per omonimia, ben più difficile sarà accettare, in visione ancora più futuristica, quando il dialetto contamina l’inglese informatico: “ ti ga visto chel film? No?, ma n’importa, lo daunlemo” coniugando il termine “download”; oppure “No so indove trovar la storia de Venessia…” “ Ara, ti va in internet e ti ghe dà ‘na gugolada…”  dal famoso motore di ricerca Google.

Che dire? Non si può desiderare che il passato ritorni con le sue glorie nella convinzione che sia stato un tempo migliore del nostro, ma bisogna accogliere le modifica

zioni di un presente che è già mutato nel futuro e le trasformazioni linguistiche che rispecchiano il nostro quotidiano modo di comunicare informazione; ma aggiungo: attenzione a non esagerare!

Samantha Lenarda

Il dialetto ai Tempi di internet - La Nuova Venezia 24/11/09

Il dialetto ai Tempi di internet - La Nuova Venezia 24/11/09

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